i frutti di aligre

22 septembre 2006

di torri in restauro


Keith Jarret, The Köln Concert sparato nella notte, scale di note lanciate nell’aria ferma.

Facciamoci del male, giu’ fino in fondo. Con un bicchiere di rhum della Guadalupe che io stessa ho preparato, noce di cocco secca, vaniglia, cannella, zucchero di canna e maracuja. Delizioso.
Era il suo preferito.
Ho messo uno specchio sul tavolo, giusto davanti a me, dietro il vaso di bambu’, e mi vedo nella penombra, il fumo che si intreccia alle foglie e alle note. Ho messo uno specchio per essere un po’ piu’ cosciente dei mie gesti, per non potermi nascondere neanche in casa mia.

You’re running and you’re running and you’re running away
But you can’t run away from yourself

Guardo le mie bottiglie di pozioni magiche sulla mensola, la selva di piante che sembra crescere a vista d’occhio nella luce di questo appartamento, sfidando lo spazio esiguo e la gravità
innocenti e speranzose
tutto quello che io non sento di essere questa sera
crescono verdi e rigogliose
quelle della cucina hanno fatto dei ramoscelli cosi’ lunghi e carichi di nuove gemme che ho dovuto studiare un sistema di sospensioni da un muro all’altro altrimenti ci vado addosso di continuo, e cosi’ si sono creati degli archi verdeggianti sopra le porte, e quelle della camera sono cosi’ lunghe che le ho appese giusto sotto il soffitto per non camminarci sopra, e le taglio regolarmente e faccio la doccia ogni volta che annaffio.
Il gatto guarda i tetti dalla finestra, seduto di fianco al cestino della frutta.

non ho intenzione di scappare da me stessa


Per combattere ironicamente la tristezza del mattino mi sono vestita da vedova siciliana, lino nero fasciante, sandali alti, occhiali scuri e seta svolazzante al collo. Non passavo inosservata quando sono andata alla visita in ospedale.

Pensavo che queste tre settimane sarebbero state un inferno, ne sono già passate due con vari stratagemmi e me ne resta solo una di attesa. Il tempo é passato piu’ veloce del previsto, ma l’attesa resta snervante. L’attesa di liberarmi e poter finalmente guardare avanti, verso nuove cose, nuovi stimoli, nuove persone.
Ancora una settimana.
Ancora tre mesi per arrivare alla fine di questo anno di svolta, e pregare le stelle di essere un pochino piu’ dolci con me, prossimamente. Giusto un pochino, giusto un po’ di tregua da scelte e decisioni e attese e operazioni.
Perché non ne posso piu’.
Perché mi sento sprecata a vivere cosi’, sospesa nel bilico delle conseguenze.
Mi sento sprecata a passare il tempo in visite ad anestesisti scafati e a medici senza tatto.
Mi sento sprecata in quest’attesa piena di sintomi.
Ancora una settimana per sentirmi meno triste, meno sola con la mia vita. Conto i giorni, le ore, e sono allo stesso tempo impaziente e spaventata.
E cedo.
Cedo alla tentazione di accendere uno spliff con questo rhum stregante, perché é cosi’ che mi piace. Anche se era un momento nostro, questo qui, ti-punch e cannone. Embé, ora ridiventa un momento mio. Mio e della mia casa.
Mi guardo dietro al bambu’, mi trovo bella. Bella e fumante.
Penso a lui, all’assedio instabile che mi fa.
Quando alle nove del mattino lascia suonare ripetutamente il mio fisso e il mio cellulare insieme. Ora ho bloccato il suo numero sul portatile, allora é solo il fisso che suona, per dieci minuti. ma vedo il suo numero e non rispondo, viva la tecnologia.
Quando viene sotto casa e suona e io so che é lui e rimango con luci spente nel silenzio aspettando che vada.
Quando mi manda messaggini, ogni mattina, sei la mia donna, sei il mio amore, ti amo, ti voglio vedere.
Quando scrive sue mail, non smetto di sognare di te.

Mi guardo nello specchio, mi trovo bella.
E penso ai momenti di delirio che ancora non riesco ad impedirmi, quando sblocco il suo indirizzo in chat e resto a guardare quello che mi scrive, tu mi hai fatto capire, sono cambiato, sono un altro uomo, ora sono libero, non puoi buttare via tutto questo, due come noi non si sono mai visti, siamo fatti per stare insieme, tu sei me ed io sono te,
E quando mi viene troppo vicino chiudo tutto e riblocco il suo nome, e mi guardo nello specchio.
Finché penso che va bene cosi’ e ricomincio a cestinare messaggi e mail senza leggere piu’ nulla.

Tu t’enfonces de plus en plus dans le trou de mon mépris, rasta.

Quando al telefono la sua vicina mi spiegava che in effetti avevano trombato qualche volta negli ultimi giorni, e lui mi diceva che era perché io non volevo dargli un figlio.
Quando mi diceva di andare ad abitare da lui,
E scoprivo che aveva un’altra storia in piedi, anche se traballante, da otto anni.
Quando mi giurava amore eterno perché ormai tutte le altre erano fuori combattimento, e richiamava la sua ex per dirle che ora era libero da quella degli otto anni (e lei gli lasciava un messaggio mandandolo gentilmente a fare in culo).
Ed io sistematicamente sparivo, mi incazzavo, lo piantavo, lo buttavo sul pianerottolo mezzo nudo, senza riuscire veramente a staccarmi nonostante le sue vendette imbarazzanti. Come quando mi ha sputtananto gentimente con la mia lista di contatti mail, la vostra amica é una stronza una puttana, io lo so, io la conosco bene.

Allora ho chiuso gli occhi su quello che era successo, ho detto di si’ a tutto e per prendere lo slancio mi sono lasciata due settimane, sapendo che poi avrei chiuso definitivamente


due settimane di delirio, lui adorante, io pure, vette incredibili di intesa e complicità, condivisione, stesse onde portanti, progetti e sogni
facevo astrazione su tutto il resto, lasciavo che colasse linfa d'amore, lasciavo libero flusso, anche se la sapevo già marcia, quella linfa, imputridita da tradimenti, menzogne, gelosie e colpi bassi


e quando ho rivisto amore e non piu' sfida nei suoi occhi, tregua e non piu' guerra, amore e tenerezza e non piu' diffidenza, quando ha abbassato le difese, quando l'ho visto rassicurato, che questa piccola stupida italiana l'aveva di nuovo perdonato, quando l'ho visto convinto che non posso stare senza di lui e che sarei passata sopra qualsiasi cosa pur di noi due di nuovo,
quando ho potuto scegliere non piu' in reazione diretta al comportamento suo, alle sue minchiate, ai suoi tradimenti,
sono sparita
volatilizzata, prima a parigi, murata in casa o nascosta da amici, e poi in italia, al riparo da visite

Ed ora, Parigi impatto frontale, il lavoro e queste tre settimane da aspettare prima di poter pensare davvero a qualcos’altro con un altro spirito, lasciando di nuovo crescere i rami e non tagliando di continuo per liberare lo spazio.

nei tarocchi del mio maestro dell'adolescenza il mio simbolo é sempre stato la torre

allora tre settimane per raccogliere da terra i miei mattoni
ripulirli uno ad uno dalla vecchia calce rinsecchita
e, piano, ricominciare a costruire
la torre
forte, solida, alta e fiera
ancora una volta
pazientemente
aspettando di poter salire fino in cima
per riempirmi di nuovo dello splendore dell'orizzonte luminoso.





14 Comments:

  • At 11:48, Anonymous Anonyme said…

    meglio non essere tua nemica !!!! :-)

    lo avevi fatto anche con MO... mi ricordo... prendi tutto e poi scappa... l'importante è che non sia un castigo per te, ma sembra che sia una consapevolezza dura: "ok vediamo esattamente a cosa posso rinunciare; ok non ne vale la pena... fanculo!" e fai bene... e adesso chiudilo fuori e lascialo alla sua rincorsa di falsità... e non farti ferire dai ricordi. Lo hai sempre un po' saputo, non si cura il delirio altrui. Ma la prossima volta difenditi prima, al primo minuto di consapevolezza dolorosa. Questo me lo sono promesso anch'io. Ti abbraccio

     
  • At 12:12, Anonymous Anonyme said…

    bene, tornero' con calma. per ora accontentati di un altro bacio!!!
    :)

     
  • At 16:37, Anonymous Anonyme said…

    le tue parole mi hanno fatto male, male nell'anima perchè, seppur diverse, sono parole di dolore profondo che ho conosciuto.
    Io sono qui, a braccia aperte se vorrai un abbraccio... (e secapiti da Bologna, fischia!)

     
  • At 23:22, Anonymous Anonyme said…

    Beh, come sempre i tuoi post mi lasciano a bocca aperta, riescia a trasformare i tuoi sentimenti in poesia cruda e allo stesso tempo dolce. Qualke tempo fa mi ero completamente sbalordita davanti ad un tuo post, mi pare sempre per il rasta..se riesco a trovare il titolo ti dico qual'..da quanto lo avevi scritto bene! Beh possiamo dire che è in corso anche la tua rinascita!..ti faccio tanti, tanti, auguri e mi raccomando tieni il cuore duro, non farlo calpestare dalla sofferenza, lo so ke è difficile, ma resisti xk la vita è tua e nessuno deve rovinartela..
    ..dopo queste 3 settimane che succede????---
    ancora tanti auguri...
    KIURI (di bloggers)

     
  • At 13:36, Anonymous Anonyme said…

    Non posso che mandarti un abbraccio...Queste sono situazioni veramente insostenibili per chiunque.

     
  • At 15:45, Anonymous Anonyme said…

    ciao, Fenice.
    è bello innalzare torri invece che tessere recinti.
    un bacio

     
  • At 06:42, Blogger shinsekai7000 said…

    Faut que je reprenne mes cours d'italien :-).

    Et dire qu'un de mes anciens pseudo, c'était orgosolo. Qué Vergogna !!!

    Ca me rappelle qu'il y a un super resto sarde près d'Aligre, mais il est un peu trop cher désormais...

     
  • At 09:39, Anonymous Anonyme said…

    buon inizio di settimana

     
  • At 11:45, Anonymous Anonyme said…

    Sono cotento che sei tornata a scrivere...
    come un tempo! :)

    abbracci

     
  • At 00:05, Anonymous Anonyme said…

    aggiungo ad Eternauta... come un tempo, ma non più come un tempo. cadiamo, ma ogni volta ci rialziamo, e mai più come prima. mai più. lo specchio te lo ricorda, io provo a ricordartelo. le nostre ferite ci rendono più belle, con il tempo. le ferite parlano di noi e della strada che abbiamo fatto. questo viaggio è una lotta, a volte estenuante, contro le nostre paure soprattutto. e la cura siamo noi stessi, sempre. noi e il coraggio di guardarci allo specchio e vedere la sofferenza, il dolore nei nostri occhi, ma anche la determinazione di voler vivere la nostra vita.
    con grande affetto e un bacio
    mg

     
  • At 10:17, Anonymous Anonyme said…

    anche tu cambi casa, cambi vita, ti ricostruisci...
    contenta di ritrovarti.
    sono sicura che ci rialzeremo più splendenti di prima!

     
  • At 23:23, Anonymous Anonyme said…

    Aligre... ricordo una lunga camminata verso il mercato (allora abitavo a Rue de l'Universitè...) per comprare una trapunta ed era bellissima a grandi arabeschi azzurri e facevo fatica a portarla in metro, ma essere stata lì era come una grande scoperta.

    Sono contenta che tu sia approdata ad Aligre. Davvero c'è sempre sole lì.

    E sono bellissime le tue piante che crescono e crescono con la tua nuova voglia di vivere.

    Certo che hai una forza ed un coraggio straordinari.

    Ed alla fine di questa settimana, ti prego, qualunque cosa sentirai, sappi che poi si riesce a sorridere più di prima.
    Con una coscienza del dolore in più. Diversa. Ma che apre nuove speranze.
    Credimi.

    E poi riuscirò a venirti a trovare ad Aligre???
    :-))

     
  • At 23:24, Anonymous Anonyme said…

    quello di sopra non era un anonimo, ero io che non sono riuscita a loggarmi.

    ;-)

     
  • At 23:59, Anonymous Anonyme said…

    hai fatto un arrocco e ti prepari allo scacco matto. complimenti mon tresor =^,^=

     

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