dell'ecclesiaste e del sollievo
Talking Timbuktu di Ry Cooder e Ali Farka Touré
Il lungo sonaglio di bambu’ appeso alla finestra che li accompagna discretamente suonato dal vento
Stessa provenienza, stesso ritmo dell’anima
Diaraby, che in un dialetto del Mali vuol dire amore
Ieri qualcuno mi ha rimproverato di essere una piccolo borghese che non ha mai conosciuto la vera vita, una che puo’ permettersi di sognare perché non sa cos’é la povertà
un etnopsichiatra di colore sulla cinquantina, esimio professionista che viene a preparare le sue lezione su un tavolino del bar, gli servo sempre un decaffeinato con due zuccheri e un bicchiere di acqua
mi ha rimproverato di essere una razzista che frequenta uomini di colore per far tacere la coscienza ma che mantiene sempre una sorta di comportamento altezzoso
e del resto il fatto che mi ritenga offesa da questi giudizi dimostra che non concepisco che un uomo di colore possa aver studiato piu’ di me e possa riuscire ad analizzare il mio comportamento
lo ho mandato a fare in culo velatamente e sono rientrata cercando disperatamente di tenere la testa alta fino a casa, per essere poi assalita da una crisi di pianto non appena varcata la soglia
ero passata al bar per farmi pagare il week end. Jojo il mio capo mi ha detto che il rasta era stato là nella mattinata, che era rimasto quasi due ore e che pareva mi aspettasse
ed io continuo a sentirmi in assedio nel mio stesso quartiere,
ma tu non stavi con rastaman prima, com’é che non vi vedo piu’ insieme
e lui che suona, scrive, non smette
glielo ho detto, non serve a niente, cancello tutto senza guardare,
ma ora
in questo specchio davanti a me
mi sorrido
dopo aver trovato le risposte
e ora
sono tranquilla
mi sveglio alle cinque e mezza, un’ora sotto l’acqua calda per lavare via tutto, prendo le pastiglie ed esco,
crazy di gnarls barkley sparata nelle orecchie a ripetizione
falcata vigorosa nell’aria cosi’ fresca dell’alba parigina
compro un giornale sotto lo sguardo stupito del tipo, che non mi ha mai visto prima delle dieci
e passi lunghi verso l’ospedale
e svegliarmi e piangere di gioia e di sollievo
e sentirmi finalmente bene
finalmente leggera
piena di stupore
finalmente pronta a guardare avanti
a guardare altre cose, pronta a coltivare altri pensieri
pronta a lasciarmi portare da questo ritmo dolce e pieno di speranze
e dalle voci che cullano
incredibile sollievo
improvvisa, nuova, attesa libertà
mi sorrido nello specchio
dolcezza
una pacca sulla spalla
un abbraccio a me stessa, forte, intenso, caldo
mi sorrido e respiro di sollievo
gli occhi umidi di tenerezza
e tutto il resto
ora
cosa importa
si va avanti
adesso posso davvero andare avanti.